SI STAVA MEGLIO QUANDO SI STAVA PEGGIO

Stato libero dell’Ignoria, il capo del governo, Agostino, viene spodestato tramite un colpo di stato dal
generale Tebaldo che assume poi la carica di primo ministro. Quest’opera teatrale racconta le
vicissitudini che seguono lo scambio di potere tramite un’alternanza di conversazioni tra i due uomini
di potere e i loro assistenti, Angelo e Sempronio. Le conversazioni presentano anche i possibili
ragionamenti che, secondo l’immaginazione dell’autore, portano alla presa di decisioni che
influiscono negativamente sulla vita delle persone. Le decisioni in questione sono state prese, e
continuano ad essere prese, veramente da capi di governo, o di stato, o da altre autorità nel mondo,
ma non solo in paesi “poco sviluppati” o con ideologie che pensiamo essere molto lontane dalle
nostre: queste decisioni riguardano anche il nostro continente, la nostra Europa, riguardano paesi
vicini all’Italia e anche l’Italia stessa. Ci si riferisce alla limitazione delle libertà personali, al controllo
sui mezzi di informazione e ad abusi di potere. Quando vengono prese queste decisioni si potrebbe
pensare di aver capito qual è la parte positiva e quale, invece, quella negativa, ma si potrebbe cambiare
idea dopo alcuni cambiamenti inaspettati.
A ogni scambio di potere la gente spera che le cose possano migliorare, ma spesso peggiorano e
allora, a causa della delusione del presente, si prova nostalgia per i tempi passati in cui si pensava di
stare male, in cui per certi versi le cose andavano peggio, ma tutto sommato la situazione era migliore
di quella attuale. Da qui la tendenza a sentire sempre più spesso la frase “si stava meglio quando si
stava peggio”. L’opera richiama il significato di questo luogo comune.

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