INGRANAGGI

Dopo tre anni di spensieratezza e follie, una ragazza si trova a dover fare i conti con la fine di
una relazione amorosa. Fine che sembra inaspettata, ma poi si scopre annunciata dalle
circostanze. Lei si ritrova a porsi delle domande riguardanti il suo valore, il suo aspetto, la
sua persona nel tentativo di trovare un movente alla rottura. Sono io il problema? Sono io
sbagliata? Sono io che non sono abbastanza?
Intrappolata nell’incertezza, trova rifugio in sé stessa, nella sua solitudine, al suo interno.
Questa è, per lei, la fine di un Momento durato a lungo e l’inizio di un percorso di crescita
che si fa fatica a intraprendere. È sempre più facile guardare indietro, rispetto che avanti.
Rivedere le scelte compiute, analizzarle oggettivamente e autocriticarsi in maniera costruttiva
sono azioni di non immediato svolgimento, soprattutto se avvengono (necessariamente) dopo
una delusione così grande e così protratta nel tempo da essere diventata disillusione.
Arrivando da un Momento troppo lungo di autoconvincimento rispetto a qualcosa che non era
come lo si voleva vedere, il Momento epifanico della comprensione del reale porta
inevitabilmente con sé un dualismo di intenzioni, in Lei. Ed ecco che da unicità, Lei diventa
corpo in movimento, premio ambito di uno scontro delle parti del sé che la tirano verso l’uno
o l’altro estremo: la Ragione e il Sentimento. La ferrea e fredda logica, da un lato, e
l’avvolgente e rassicurante impulso emotivo, dall’altro, si ritrovano a combattere in campo
chiuso per il controllo del Momento. Ognuno di loro ha la sicurezza di conoscere quale sia la
scelta giusta da compiere per terminare la situazione ed entrare in una nuova, prima che sia
troppo tardi; prima che si finisca nella depressione.
Il tempo è costituito da Momenti e, prima di soccombere ad esso, occorre trovare la strategia,
il percorso, il modo di terminare e ricominciare, come il quadrante di un orologio: un cerchio.
All’inizio, Lei viene presentata come immersa in un Momento di estasi, euforia, totalmente
inconsapevole di sé stessa. Quando questo termina, arriva l’incertezza e, con essa, il dolore
che l’accompagna e pervade il corpo di Lei, ora inerme, alla mercé della macchina e del
fiume. In funzione di loro, Lei si muove, è controllata, è sopraffatta, è ammutolita: è una
marionetta in balìa della volontà della Ragione o dell’incoscienza Sentimento, fino a che non
si riapproprierà, grazie a loro, della sua unicità; della sua Essenza.
Nel Momento di dolore, Ragione e Sentimento sono chiamati a salvarsi dal nichilismo e dalla
anedonia. In un pericoloso scontro di idee e sensazioni, la ricerca dell’Essenza e del suo
significato teleologico diventano centro del discorso. Nell’intento di prevalere sull’altro, le
due parti porteranno l’annichilimento del corpo. L’unico modo che avranno per uscire dal
Momento sarà quello di cooperare, imparando a immaginare: pensare il contenuto di
un’esperienza sensoriale in occasione di un particolare stato affettivo.

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